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dicembre 2016.jpg

#iorestoacasa con Forma Urbis Vol. 6!

March 29, 2020

Oggi è tornata l’ora legale. Quando arriva ci sentiamo sempre un passo più vicini all’estate, che a Roma vuol dire l’aria che si riscalda, la luce che diventa accecante e la fuga verso il mare…

Mentre tutti insieme sogniamo dai nostri salotti il momento in cui potremo sentire la sabbia sotto i piedi, noi vi portiamo in viaggio sul litorale romano, più in particolare nell’antico porto di Roma, capitale dell’Impero.

L’antica città di Porto – i cui resti sono raggiungibili imboccando la via Portuense in direzione di Fiumicino – si sviluppò in conseguenza della creazione dei bacini portuali di Claudio e Traiano in prossimità di Roma, concepiti per risolvere l’annoso problema – tale già dalla fine dell’età repubblicana – dell’approvvigionamento del grano, che avveniva soprattutto via mare. Il porto fluviale di Ostia (la “porta d’accesso” a Roma dal Tevere), infatti, era da tempo divenuto insufficiente a soddisfare da solo le esigenze dell’Urbe, sempre più ingenti; il porto di Pozzuoli, invece, approdo del grano egiziano, si trovava troppo distante dalla capitale per garantire l’arrivo dei rifornimenti durante i mesi invernali, quando i trasporti si facevano molto più difficoltosi. Portus doveva, pertanto, consentire il collegamento prima alla città di Ostia, poi alla megalopoli, terminando nel porto di Testaccio (Emporium) e assicurando il nutrimento alla città.

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settembre 2013.jpg

#iorestoacasa con Forma Urbis Vol. 5!

March 25, 2020

Per chiudere il tour delle Ville più belle del Lazio non poteva mancare lei, Villa Adriana, un gioiello tra le ville imperiali. Nella Storia Augusta (Vita Hadriani, XXVI, 5) si fa riferimento alla suggestiva residenza imperiale extraurbana, voluta dall’Imperatore Adriano, con queste parole: «Fece costruire con eccezionale sfarzo una villa a Tivoli ove erano riprodotti con i loro nomi i luoghi più celebri delle province dell’impero, come il Liceo, l’Accademia, il Pritaneo, la città di Canopo, il Pecile e la valle di Tempe; e per non tralasciare proprio nulla, vi aveva fatto raffigurare anche gli inferi». In questo numero di Forma Urbis la VIlla viene raccontata dagli specialisti che, a diverso titolo, negli anni, ne hanno approfondito gli studi, diretto e coordinato gli scavi, contribuito alla musealizzazione e valorizzazione.

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dicembre 2013.jpg

#iorestoacasa con Forma Urbis Vol.4!

March 21, 2020

Dall’editoriale

di Elena Calandra

L’idea di dedicare un fascicolo alle ville costituisce la naturale prosecuzione di quello precedente, mono- graficamente dedicato a Villa Adriana, e scaturisce dalla constatazione che uno dei temi portanti nell’a- rea tutelata dalla Soprintendenza per i Beni Archeo- logici del Lazio è rappresentato proprio dalle ville, imperiali e private. Esse sono per la verità assai nu- merose, ma si è ritenuto di proporre un percorso che si concentra solo su quelle aperte al pubblico, che sono, come immaginabile, le più imponenti e le me- glio conservate nell’ambito di un connettivo fittissimo di presenze anche molto significative, considerata la vicinanza a Roma e alla casa imperiale.

Le attestazioni inerenti le ville laziali, in effetti, ab- bracciano un arco cronologico che va dall’età repub- blicana avanzata al tardoantico, come si desume dal- le fasi edilizie e dagli arredi scultorei, anche se non necessariamente la data del “contenitore” coincide con quella delle statue esposte. Esemplare è il caso, qui affrontato, della dimora di Sperlonga, che nella sua fase iniziale rivela un’unicità di ideazione dei pro- grammi scultorei, ascrivibili all’imperatore Tiberio, ma

nel tempo si arricchisce e si integra di ulteriori scultu- 1 re. L’apparato statuario delle ville deve anzi essere
letto in continua evoluzione, per eredità, aggiunte, spostamenti, sostituzioni, il che getta luce su un aspet-

to da non trascurare, e comprensibile analizzando in modo integrato tutti i materiali, dalla ceramica agli oggetti d’uso quotidiano: tutte le ville avevano una vita assai lunga, a partire da quelle degli imperatori, spesso legate dalla tradizione al solo nome di chi le abitò per primo, ma in realtà continuativamente occu- pate dai successori. […]

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